Articolo blog 001 - Sara Boninsegna Eticoscienza

La Natura, una reale cura per corpo e mente

La bellezza di condividere la conoscenza sul campo

Respirare aria pulita, ascoltare le onde del mare, osservare i colori dell’alba e del tramonto… da sempre hanno generato in noi emozioni e sensazioni uniche, ci sentiamo rigenerati e come “guariti”. Solo suggestione? La natura ha davvero dei benefici per la nostra salute?

Ognuno di noi prova sensazioni diverse legate a differenti luoghi, suoni e profumi della natura, che sia la montagna, raggiante e verde in estate o bianca e dai profumi di legna arsa d’inverno, che sia il mare col profumo della salsedine e il rumore delle onde che si infrangono sulla battigia, costanti e presenti in ogni stagione dove sono le temperature e il colori del cielo a fare da variante ma che solo arricchiscono ciò che già serpenta in noi.

Il lago con le sue acque ferme e calme spesso incorniciate da colline o rocce; o il fiume che dona sollievo dalle arsure estive. La natura in ogni sua rappresentazione è ricerca di quiete e di rilassamento.

Dai libri di Thoreau ai moderni film come In to the wild, la natura come ricerca di noi stessi, come tentativo inconscio di tornare a chi eravamo. Simbolo di sfide e di lotta al superamento dei nostri limiti. Ma scientificamente cosa succede realmente in noi?

Lo Stress, questo…conosciuto

Chi non ha mai sentito o letto frasi come “una passeggiata nel bosco fa bene alla salute” o “ascoltare le onde del mare abbassa i livelli di Stress” ? Ma cos’è lo stress? E in che modo la natura può centrare con questo concetto?

Lo Stress è una risposta psicofisica a stimoli ambientali, o meglio è l’insieme delle risposte fisiologiche e comportamentali messe in atto da un organismo per fronteggiare le sollecitazioni (stressor) esterne che tendono a turbare l’equilibrio omeostatico.

Ogni stressor che perturba l’omeostasi dell’organismo richiama particolari reazioni regolative neuro-psichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche.

E’ uno stato naturale di risposta del nostro organismi a imput esterni e che mira a conservare lo stato vitale dello stesso. Una risposta non adattativa a un evento stressante, può determinare l’insorgenza di un quadro patologico.

Il cortisolo è un ormone secreto dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), il principale sistema neuro-endocrino di risposta allo stress. La sua concentrazione, risente normalmente dei ritmi circadiani sonno/veglia, che possono essere modulati da stimoli esterni.

Mantenere una sufficiente ma non eccessiva concentrazione di cortisolo, è necessaria per l’omeostasi: un aumento cronico provoca infatti un catabolismo proteico, iperglicemia, soppressione immunologica, suscettibilità alle infezioni, depressione, diminuzione delle performance mentali.

Studi condotti a partire da Alexander (1948), e studi attualissimi, hanno dimostrato che emozioni di paura o di collera eccessive, e quindi situazioni stressanti, tendono ad innalzare la pressione del sangue. In particolare viene stimolata la produzione, da parte del sistema nervoso simpatico, delle catecolamine: composti chimici derivanti dall’amminoacido tiroxina. Tra le più importanti vi sono l’adrenalina (epinefrina), la noradrenalina (norepinefrina) e la dopamina.

Le catecolamine vengono rilasciate dalle ghiandole surrenali e provocano quindi un aumento della pressione arteriosa e una vaso-costrizione.

Hans Selye (1907-1982) biologo austriaco rinomato per le sue ricerche sullo stress (per il quale fu definito padre fondatore) secondo le quali in risposta a agenti nocivi esterni si innescano meccanismi biologici di adattamento dell’organismo stesso.

Egli infatti definì lo stress come “una risposta (generale) aspecifica a qualsiasi richiesta (demand) proveniente dall’ambiente”(Selye, 1955). “Nel suoi libri, infatti, Selye sottolinea che lo stress è uno stato fisiologico normale, occorre essere in grado di gestirlo al meglio, e prosegue affermando “Ogni individuo possiede un diverso livello di resistenza al fenomeno, che, a sua volta, non è sempre e necessariamente negativo o dannoso.

I fenomeni che generano stress si possono riconoscere nell’angoscia, nello sforzo fisico, come pure nel successo; infatti “dal punto di vista della sua capacità di provocare uno stress, non ha importanza che l’agente stressante, o la situazione che dobbiamo fronteggiare, sia piacevole o spiacevole: conta solamente l’intensità del bisogno di adattamento o riadattamento” (Selye, 1974).

“Gli individui, secondo Selye, possiedono un “serbatoio di energie” per fronteggiare gli stimoli esterni, in base al quale si determina il livello di resistenza al fenomeno. Tale “serbatoio di energie” si esaurisce facilmente quando l’agente stressante è particolarmente intenso, o quando più fattori stressanti agiscono contemporaneamente, oppure ancora quando l’azione degli agenti stressanti è prolungata nel tempo.”

Successivamente gli studi sullo stress e sulle relazioni con le variazioni psicofisiche a cui sono soggetti gli organismi si ampliarono, passando Walter Cannon (1906-1942) professore di fisiologia all’università di Harvard, il primo a parlare di allarme e padre della psicosomatica e della teoria della “fight or flight respons”,ha raccolto prove per dimostrare che quando un animale è fortemente eccitato, la divisione simpatica del suo sistema nervoso autonomo si combina con l’ormone adrenalina per mobilizzare l’animale per una risposta di emergenza di “volo o combattimento”.

Il sistema simpatico-surrenale orchestra i cambiamenti nel rifornimento di sangue, nella disponibilità di zucchero e nella capacità di coagulazione del sangue in un marshalling di risorse legate alla “violenta esibizione di energia”. (1915, Bodily Changes in Pain, Hunger, Fear and Rage).

J-Mason ha analizzato gli aspetti biologico- comportamentali. Con Lazarus & Folkman il concetto di stress prese sempre più forma, non necessariamente negativa, ma che genera risposte adattative al fine di riportarci ad un corretto stato di benessere. Quando un organismo non è in grado di rispondere in maniera soddisfacente alle sollecitazione ambientali, si creano situazioni definite Distress.

Ma una volta chiarito il concetto di stress e di come un’incapacità a gestire situazioni stressanti possa avere ripercussioni sul nostro stato di benessere psico-fisico e sociale, come può la Natura esserci di aiuto?

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